Ieri è morto Vigor Bovolenta... uno della Generazione di Fenomeni di Velasco, uno che davanti aveva gente di un'altro pianeta ma che se c'era bisogno, entrava e ti piazzava un muro quando serviva... uno che ha esordito in serie A a 16 anni e l'ha lasciata dopo 21 anni andando a giocare in B2 per stare vicino alla famiglia... uno che avrebbe compiuto 38 anni a maggio...
sembra impossibile...
perchè è come se ci fossi cresciuta assieme...
perchè è come se ci fossi cresciuta assieme...
mi sembra impossibile che con tutti i controlli sportivi possa succedere una cosa simile...
RispondiEliminasono rimasta male quanto te.
RispondiEliminaMa si può morire così ?! Io non conosco la fisiologia umana né le sue patologie, ma davvero oggi 2012 non è stato possibile rianimarlo ? Ancora oggi, con tutta la prevenzione che c'è, è possibile morire in campo ? E una volta arrivati all'ospedale, togliere quel cuore ormai inutile e fare una circolazione extracorporea, qualcosa, qualunque cosa per non farlo morire?!? Mi ha davvero sconvolto... pensare ai sui bambini, alla moglie, a chi gli voleva bene...a lui stesso, così pieno di vita, di amore per gli altri e per lo sport... non me ne capacito :(((
RispondiEliminaPS scusa lo sfogo. Ciao.
Può essere anche stato un'aneurisma, loro dicono infarto ma solo con l'autopsia sapremo cosa è succeso
Elimina:(
RispondiEliminaa quasi 38 anni lascia una moglie e 4 figli. :(
MagicamenteMe
I primi dati dell'autopsia dicono 'morte naturale', quindi niente sostanze... non avevamo dubbi in merito!
RispondiEliminaIeri ho sentito Claudio Galli che commentava una partita (non mi ricordo quale) e parlava del minuto di silenzio fatto per il calciatore morto sabato a Pescara.
RispondiEliminaHa detto una cosa che mi ha fatto molto riflettere: ha detto che era giusto che il volley facesse il minuto di silenzio però si è chiesto come mai quando è successo a Bovo i calciatori non hanno fatto la stessa cosa.
E io vorrei aggiungere: non si tratta di sport più o meno popolari si tratta di dignità, è come se dicessimo che una morte sul lavoro è più importante di un'altra.
MagicamenteMe